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Potatura della vite: scopri quando e come effettuarla al meglio

Potatura della vite: scopri il periodo ideale in cui effettuarla

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potatura vite

Quando si esegue la potatura? Come va effettuata nel rispetto della vite e dei suoi preziosi frutti? Rispondere correttamente a queste domande può fare la differenza nel decretare il successo o il fallimento di un vigneto.

La potatura di produzione, diversa da quella di allevamento che si fa nei primi anni dopo l’impianto, è una delle lavorazioni più difficili e importanti per i viticoltori: non consiste in un’unica operazione, ma in un insieme di interventi da effettuare al meglio nel corso dell’anno.

In quest’articolo vedremo in che periodo svolgere la potatura della vite, terminando con una breve panoramica sulle macchine BFM appositamente progettate per eseguire la potatura di produzione.

I diversi interventi di potatura da eseguire nel corso dell’anno

La potatura di produzione consiste in diverse attività, tutte volte ad assicurare una migliore produzione di uva, sia a livello quantitativo che qualitativo.

La potatura più importante è quella a secco che si esegue nel periodo tra la caduta delle foglie e la ripresa vegetativa, in genere tra inizio dicembre e marzo; nelle zone soggette a gelate primaverili è consigliabile potare la vite poco prima dell’apertura delle gemme. La potatura secca interessa i tralci con gemme formate e sviluppate: ogni vite può infatti contare su diversi tipi di gemme, alcune più produttive (sul nodo) altre meno fertili (di controcchio e di corona).

L’esperienza del viticoltore è essenziale per determinare il numero di gemme da lasciare su ciascun ramo. Oltre a questo, nella potatura a secco bisogna tenere in considerazione:

  • il livello di fertilità dei germogli: se è bassa (meno di 1 grappolo per germoglio) si pota lungo lasciando dalle 4 alle 20 gemme; se è media (1 grappolo per germoglio) è meglio potare corto lasciando al massimo tre gemme; se è alta (produzione media di 2 grappoli per germoglio) si può adottare sia una potatura corta che lunga.
  • la tipologia di terreno: nei terreni molto fertili e irrigui si può eseguire una potatura ricca (lasciare più di 20 gemme) nei suoli più poveri e aridi la potatura dovrà essere per forza povera, con meno di 20 gemme.

Nella potatura di produzione rientrano anche i numerosi interventi di potatura verde da effettuare durante l’estate, si parla quindi di potatura estiva.

  • La spollonatura consiste nel rimuover i germogli (polloni) che si formano dalle gemme latenti; se lasciati sviluppare, toglierebbero nutrimento ai germogli produttivi.
  • La scacchiatura prevede l’eliminazione dei germogli in sovrannumero, al fine di garantire maggiore areazione alla chioma e minor rischio di sviluppare malattie crittogamiche.
  • La cimatura si pratica eliminando la porzione finale dell’apice vegetativo; è consigliata quando, in fase di accrescimento, il germoglio supera in altezza la struttura del vigneto.
  • La sfogliatura si esegue solo se la chioma è troppo fitta e prevede la rimozione di foglie e femminelle al livello dei grappoli per garantire loro la giusta areazione e insolazione.

Affidati alle cimatrici BFM per una potatura veloce, precisa e sicura

BFM ti aiuta a eseguire al meglio i delicati interventi di potatura con un’ampia gamma di macchine agricole pensate per la potatura a secco e a verde, adatte a diversi tipi di piantagione e di terreno, anche in pendenza. Si tratta di macchine ampiamente regolabili in base al tipo di operazione da svolgere, sia su spazi ridotti che zone più ampie, progettate per garantirti la massima resa nel vigneto e il minimo ingombro da chiuse.

L’ultimo fiore all’occhiello firmato BFM è la cimatrice elettrica CM-SNE, una macchina che mantiene tutte le caratteristiche della cimatrice per vigneti a taglio veloce CM-SN ma diventa ECO grazie al sistema di alimentazione completamente elettrico, sia nel funzionamento dei motori sia nei martinetti per la movimentazione. Leggera, versatile e robusta, è dotata di lame in acciaio inox modellate per ottimizzare la qualità di taglio e lucidate a specchio per diminuire il deposito della linfa di taglio.

Conclusioni

Le conoscenze del viticoltore sono essenziali per determinare il periodo migliore per la potatura della vite, insieme ai macchinari più adatti. Oltre alla potatura a secco invernale, infatti, ci sono una lunga serie di interventi da eseguire anche in estate per garantire un’ottima produzione, sia a livello di quantità che di qualità.

BFM può aiutarti a meccanizzare queste delicate operazioni con un’ampia gamma di cimatrici e potatrici progettate per venire incontro alle diverse esigenze di ogni vigneto.

Contatta il nostro team per una consulenza senza impegno sui vari modelli di macchine agricole prodotte dall’azienda.

(Potrebbe interessarti: Come e quando potare la vite a pergola?)

Cimatrice elettrica: BFM presenta CM-SNE 100% elettrica e funzionale

Cimatrice elettrica: BFM presenta CM-SNE 100% elettrica e funzionale

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cimatrice elettrica

Nel 2022 BFM ha lanciato sul mercato il primo modello di cimatrice 100% elettrico, una macchina che offre innumerevoli vantaggi per venire incontro alle richieste di un mercato sempre più esigente, assieme all’alta qualità che è ormai diventata il marchio di fabbrica di tutte le macchine BFM.

A cosa serve la cimatrice? La cimatrice è progettata per ridurre e ottimizzare il lavoro di potatura nei vigneti. È lo strumento ideale per tagliare foglie e rami in modo netto, veloce e sicuro evitando eventuali sfibramenti o strappi troppo violenti che potrebbero nuocere alla vite. Viene ancorata alla parte anteriore del trattore che percorre il vigneto lateralmente, consentendo alla cimatrice di rimuovere la vegetazione in eccesso.

In questo articolo ti presentiamo la nostra nuova cimatrice, con una breve introduzione sulla potatura e sull’importanza di affidarsi a una macchina di comprovata qualità per non compromettere la salute del vigneto.

L’importanza della cimatrice nella potatura del vigneto

La potatura consiste nel tagliare la parte superiore di una pianta per limitarne lo sviluppo in altezza e per concentrare maggiori sostanze nutritive nelle parti dove si svilupperanno i frutti o i fiori; può anche essere effettuata semplicemente per ridurre la superficie fogliare e aumentare l’esposizione alla luce solare di una determinata parte della pianta.

È un’operazione tanto semplice quanto impegnativa: come effettuarla in modo facile e veloce, rispettando le piante e i loro preziosi frutti? Con la cimatrice per vigneto: una macchina agricola appositamente progettata per eseguire questa delicata operazione nel minor tempo possibile e senza nuocere in alcun modo alle piante. Deve essere una macchina di comprovata qualità: la scelta della cimatrice è determinante per la riuscita, le tempistiche e il livello di perfezione della potatura.

Negli anni, BFM ha sviluppato e prodotto numerose cimatrici in grado di venire incontro alle diverse esigenze di ciascun vigneto e alle necessità del viticoltore.

La nuova cimatrice CM-SNE: qualità, sostenibilità e sicurezza

La cimatrice CM-SNE mantiene tutte le caratteristiche, soprattutto a livello di prestazioni, della cimatrice a taglio veloce CM-SN, ma diventa ECO.

Risparmio energetico

Il team BFM è infatti riuscito a sviluppare la prima cimatrice con sistema di alimentazione completamente elettrico, sia nel funzionamento dei motori che permettono la rotazione delle lame sia nei martinetti per la movimentazione. La cimatrice CM-SNE può lavorare su qualsiasi trattore moderno collegata alla batteria con alimentazione a 12 Volt con un assorbimento di 100 Ah. Ne deriva un grande risparmio energetico e l’eliminazione di eventuali problematiche dovute al surriscaldamento della macchina e dell’impianto idraulico della trattrice per il viticoltore, oltre a una buona dose di salute per il suolo che vedrà un livello di inquinamento decisamente inferiore.

Leggera e versatile

Come il modello CM-SN, la CM-SNE è una macchina leggera e allo stesso tempo molto robusta, progettata senza organi di scorrimento per eliminare il problema dell’usura dei materiali e, di conseguenza, il fastidioso traballamento del macchinario.

La cimatrice CM-SNE si adatta a qualsiasi esigenza di potatura a verde. Il sistema di movimentazione a pantografo sincronizzato permette una velocità nei movimenti senza eguali sia su spazi ridotti sia su zone più ampie – l’apertura da centro trattore varia da 0,55 a 1,55 mt mentre la regolazione dell’altezza da terra arriva fino a un massimo di 3,20 mt.

Taglio preciso e pulito

È dotata di lame in acciaio inox antiusura modellate, in modo da creare un effetto aspirazione che ottimizza la qualità del taglio, e lucidate a specchio per diminuire il deposito della linfa di taglio. Il problema che sorge più spesso durante la portatura, infatti, è la linfa che si deposita nelle lame della macchina limitandone la capacità di taglio: le lame della CM-SNE sono state studiate per permettere alla linfa di scivolare evitando che la lama si sporchi, garantendo così un taglio netto e preciso dall’inizio alla fine del lavoro.

Conclusioni

La portatura è una delle lavorazioni più importanti nella cura ordinaria del vigneto. Si effettua con la cimatrice, una macchina che permette al viticoltore di risparmiare tempo ed energie rispettando le piante e i loro preziosi frutti.

Grazie alla lunga esperienza maturata nel settore delle macchine agricole, BFM ha sviluppato una nuova cimatrice che mantiene tutte le caratteristiche per cui il modello CM-SN è così apprezzato, portandole a livello sostenibile grazie al sistema di alimentazione 100% elettrico.

Contatta il team BFM per ulteriori informazioni sulla nuova cimatrice elettrica o per una consulenza personalizzata.

Terreno ideale per vigneto: quali sono i suoli più idonei?

Terreno ideale per vigneto: quali sono i suoli più idonei?

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terreno ideale vigneto

Un vigneto redditizio necessita di terreni particolari perché la composizione del suolo influenza la viticoltura e le qualità del vino.

La vite non prospera nei terreni ricchi, anzi, dà il meglio di sé in quelli più poveri. Uno stesso vitigno può dare uve con caratteristiche diverse in base a dove viene coltivato: le radici delle piante assorbono le riserve idriche e le sostanze nutrizionali che influenzano il carattere del vino proprio dal terreno, la cui composizione varia a seconda della conformazione geologica della zona.

In questo articolo vedremo quale sia il terreno ideale per vigneto e quali sono i suoli più idonei alla sua coltivazione, in base alle diverse tipologie di vino.

Come scegliere il terreno ideale per il vigneto

Il terreno ideale per il vigneto deve avere determinate caratteristiche. I principali fattori da tenere sotto controllo sono il drenaggio – la vite teme i ristagni per cui la pianta non deve rimanere troppo tempo a contatto con l’acqua – la tessitura e la composizione chimica.

LA TESSITURA

Lo scheletro del terreno è formato da un reticolo di particelle grossolane, di diametro superiore ai 2 mm, che viene poi riempito dalla terra più fine (particelle di diametro inferiore ai 2 mm). Questa è la tessitura, detta anche granulometria, ovvero la composizione in percentuale di sabbia, limo e argilla, materiali con proprie qualità e particelle di diametro differente.

 

  • Sabbia (da 0.02 a 2 mm): rende più poroso il terreno che diventa permeabile e facilmente lavorabile. Se presente in quantità eccessive può determinare poca fertilità perché non trattiene l’acqua e i sali minerali, elementi essenziali per la nutrizione delle viti.
  • Argilla (inferiore a 0.002 mm): assorbe l’acqua per cederla gradualmente alle radici e trattiene le sostanze concimanti. Se è troppo abbondante, l’argilla rende il terreno impermeabile causando danni alle radici e ai microorganismi utili alla pianta.
  • Limo (da 0.002 a 0.02 mm): ha caratteristiche intermedie fra la sabbia e l’argilla. I suoli con troppo limo non sono adatti al vigneto perché diventano di difficile gestione.

Dal punto di vista agronomico, il terreno ideale per il vigneto bilancia questi tre materiali, con un contenuto di argilla che non supera il 20-25%.

LA COMPOSIZIONE CHIMICA

I suoli più idonei alla vite contengono calcare, marne, scisti e argille.

  • Calcare: si forma in seguito alla decomposizione e alla mineralizzazione di organismi dotati di un guscio o scheletro calcareo.
  • Marne: sono rocce sedimentarie composte da una parte argillosa e da una parte carbonatica che può essere di calcio (calcite) oppure di magnesio e calcio (dolomite).
  • Scisti: sono rocce metamorfiche che si caratterizzano per la loro capacità a sfaldarsi in lastre sottili. Lo scisto si origina dall’argilla sottoposta ad alte pressioni e temperature.
  • Argille: sono sedimenti molto fini costituiti da alluminosilicati. Si formano dal dilavamento delle rocce che contengono tali minerali in seguito a un lungo trasporto in ambienti lacustri, marini o lagunari.

SUOLI IDONEI ALLE DIVERSE TIPOLOGIE DI VINO

  • Terreni calcareo-marnosi: l’abbinata calcare e argilla regala al vino un colore profondo, profumi intensi, struttura e bassa acidità.
  • Terreni calcareo-arenacei: calcare e sabbia danno vita a vini equilibrati e dal profumo fresco che non amano i lunghi invecchiamenti.
  • Terreni argillosi: sono più adatti alla coltivazione di uve a bacca nera; i vini avranno pigmentazioni intense, ricchezza in alcol e sensazioni olfattive complesse.
  • Terreni sabbiosi: grandi quantità di sabbia favoriscono i vini con struttura leggera, buona acidità e bassa longevità.

Che altro considerare per il benessere del vigneto?

Leggi gli approfondimenti dedicata alla cura del vigneto, in base alla lavorazione di tuo interesse.

Conclusioni

La vite non ha bisogno di suoli particolarmente ricchi, ma più poveri. Nel mondo esistono migliaia varietà di vino, prodotte in zone vinicole molto diverse tra loro, localizzate a diverse latitudini e altitudini: il terreno ideale per il vigneto non è universale, ma varia in base alla vite e alla tipologia di vino che si desidera produrre. Per scegliere il suolo più idoneo è essenziale conoscere il drenaggio, la tessitura e la composizione chimica del terreno.

BFM ti propone i migliori macchinari per la cura e manutenzione del vigneto, dalla lavorazione del terreno alla potatura delle piantagioni. Contattaci per conoscere le soluzioni più adatte alla tua attività!

Quando potare gli alberi da frutto? Scopri il periodo ottimale

Quando potare gli alberi da frutto? Scopri il periodo ottimale

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quando potare alberi da frutto

Ogni pianta ha il proprio ciclo di crescita: attività vegetativa, fioritura, produzione dei frutti, caduta delle foglie… Tutto avviene seguendo il ritmo lento e naturale delle stagioni. All’interno di questo ciclo l’intervento dell’uomo deve inserirsi con rispetto, al fine di non compromettere la salute della pianta e di non influire sulla qualità dei frutti che andrà a produrre.

Tra gli interventi necessari alla corretta cura del frutteto, la potatura è considerata uno dei più invasivi, motivo per cui deve essere effettuata seguendo una serie di piccole accortezze relative alle tempistiche e al clima. La domanda sorge quindi spontanea: quando effettuarla per arrecare meno danni possibili agli alberi?

In questo articolo scopriremo quando potare gli alberi da frutto e i fattori da tenere in considerazione per scegliere il periodo ottimale e inserirsi nel loro ciclo di vita senza causare traumi alla pianta o ai suoi preziosi frutti.

Come scegliere il periodo più adatto alla potatura

Nella scelta delle tempistiche di potatura ci sono principalmente due aspetti da tenere in considerazione.

  • Il clima (temperature e umidità). Quando si tagliano i rami si creano delle ferite: affinché guariscano bisogna evitare che la pianta sia sottoposta a condizioni climatiche troppo dure, come le gelate invernali o le forti piogge di inizio autunno.
  • Il ciclo di crescita della pianta. Per avere una visione chiara della struttura della pianta bisogna aspettare che le foglie siano cadute. Per lo stesso motivo, può anche essere utile vedere le gemme, in modo da capire come evolverà l’albero nei mesi successivi.

Alle nostre latitudini, i periodi più adatti alla potatura sono tra la fine dell’autunno e l’inizio dell’inverno oppure tra febbraio e marzo, quando gli alberi sono ancora privi di foglie ma sui rami iniziano a comparire le prime gemme. Questo vale per i principali alberi da frutto, come le pomacee (melo, pero…), le drupacee (ciliegio, pesco, albicocco…) e altre varietà come olivo, fico e melograno.

Quali fattori tenere in considerazione per potare gli alberi da frutto

  • Le piante appena potate non devono affrontare periodi molto freddi: i mesi ideali possono quindi variare anche in base al clima della zona, per esempio alle latitudini con inverni molto rigidi è sconsigliata la potatura in autunno, mentre nei climi più caldi si può eseguire anche a fine gennaio.
  • I rami appena tagliati sono come delle ferite aperte: meglio evitare di potare in giornate troppo umide o quando sono state previste forti piogge nei giorni successivi.
  • I rami secchi o danneggiati vanno rimossi subito, indipendentemente dal periodo, perché costituiscono un fattore di rischio per la pianta. Per rami danneggiati si intendono sia quelli spezzati dopo un violento temporale o una tromba d’aria, sia quelli affetti da patologie in moda da evitare che la malattia si diffonda a tutta la pianta.

Il periodo ottimale in base al tipo di potatura

La potatura di produzione è la più importante per gli alberi da frutto perché permette di mantenere ordinata la pianta e di regolarne la produzione; andrebbe effettuata una volta all’anno, in primavera, ma per alcune specie più delicate o a crescita più lenta si può effettuare anche ogni due anni.

La potatura verde consiste nel tagliare i rami non produttivi in modo da evitare che la pianta sprechi energie per farli crescere; si effettua tra la primavera inoltrata e l’estate quando, appunto, la pianta è rigogliosa e piena di foglie.

La potatura di allevamento si pratica sulle piante giovani con lo scopo di indirizzare l’albero verso la forma desiderata; il periodo migliore è lo stesso della potatura di produzione.

Altre informazioni utili per il tuo frutteto:

Tagliaerba per frutteto: ti consigliamo le migliori attrezzature

La lavorazione del terreno per il frutteto: le principali fasi

Conclusioni

Capire quando potare gli alberi da frutto è di primaria importanza per la salute della pianta e dei suoi frutti. Il periodo ottimale varia in base a molteplici fattori, primi fra tutti il clima e lo stato della pianta, ma anche al tipo di potatura da effettuare.

BFM, azienda italiana che produce macchine agricole professionali per la cura di frutteti e vigneti, può proporti le migliori attrezzature per potare gli alberi da frutto in modo veloce e sicuro, rispettando la pianta e le persone che se ne prendono cura.

Contattaci per una consulenza senza impegno: i nostri esperti sono pronti ad assisterti e consigliarti in base alle tue specifiche esigenze.

Defogliatrice vigneto: scopri il modello più adatto per la tua realtà

Defogliatrice vigneto: scopri il modello più adatto per la tua realtà

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Defogliatrice vigneto

Seguendo la modernizzazione che ha interessato le pratiche agricole negli ultimi decenni, anche la defogliazione si è evoluta e, da lunga operazione manuale, è ormai diventata quasi esclusivamente meccanica. Oggi, di conseguenza, la defogliatrice è pressoché essenziale per la cura del vigneto: si tratta di una macchina agricola di tipo portato, quindi applicata e azionata attraverso il trattore, che elimina le foglie che coprono il grappolo d’uva al fine di garantire le migliori condizioni per la maturazione degli acini.

In commercio si trovano numerose defogliatrici per vigneto che differiscono tra loro per il principio di funzionamento. Come scegliere quella più adatta alla tua realtà? Conoscere le varie tipologie di macchine è sicuramente il primo passo per iniziare a valutare quale sia il modello che meglio soddisfa le esigenze del tuo vigneto.

In questo articolo spiegheremo in cosa consiste la defogliazione del vigneto e faremo una panoramica sui principali modelli di defogliatrice attualmente presenti sul mercato.

Defogliazione: in cosa consiste, quando si esegue e i vantaggi di eseguirla meccanicamente

La defogliazione, detta anche sfogliatura, consiste nell’eliminare le foglie che coprono i grappoli. Questo favorisce lo sviluppo delle uve perché permette una maggiore esposizione al sole e aerazione – creando una sorta di microclima che previene lo sviluppo di malattie fungine – e le rende meglio raggiungibili da eventuali farmaci o trattamenti distribuiti attraverso le irroratrici. Ricordiamo che l’esposizione al sole è indispensabile per ottenere uve di alta qualità: più i grappoli sono esposti al sole, più accumulano zuccheri, sintetizzano polifenoli nella buccia e presentano un’acidità ridotta.

I benefici della defogliazione possono variare in base a quando viene effettuata, al numero di foglie che coprono il grappolo e alle condizioni ambientali. In linea generale, la sfogliatura è consigliata soprattutto sulle uve rosse e nelle aree vinicole localizzate in zone fredde.
Può essere:

  • Precoce. Dopo l’allegagione, per iniziare a rimuovere le foglie che possono ostacolare la corretta maturazione dei frutti;
  • Tardiva. Dopo l’invaiatura, consigliata soprattutto nelle zone piovose e per le uve a maturazione tardiva in quanto aiuta ulteriormente a prevenire lo sviluppo di muffe.

Un tempo la sfogliatura veniva eseguita solo manualmente e per ogni ettaro di vigneto potevano essere necessarie fino a cinquanta/sessanta ore di lavoro, con conseguenti costi molto elevati di manodopera. Oggi, grazie all’impiego delle defogliatrici, i tempi e i costi per la sfogliatura si sono notevolmente ridotti (per ogni ettaro, a una velocità di circa 3 chilometri orari, bastano dalle tre alle quattro ore) riuscendo a ottenere risultati molto vicini all’operazione manuale.

Defogliatrice per vigneto: le principali tipologie in commercio

  • A rulli aspiranti: una turbina aspira le foglie che vengono poi asportate grazie all’azione di due rulli idraulici contrapposti che ruotano in direzioni opposte. Questo modello può avere alcune funzioni accessorie come la regolazione della velocità con cui si avvicina alle foglie (accostamento automatico) oppure la possibilità di variare l’intensità della defogliazione seguendo delle mappe che suddividono il vigneto in base al vigore vegetativo (a rateo variabile).
  • Pneumatica: un getto d’aria ad alta pressione rimuove, oltre alle foglie, resti della fioritura, ragnatele e altri residui che possono favorire la formazione di batteri e muffe sul grappolo. È più delicata rispetto al modello a rulli aspiranti e richiede meno manutenzione.

BFM, azienda italiana di lunga tradizione che studia e sviluppa macchina agricole, sta per lanciare sul mercato un’innovativa defogliatrice a impulsi, un modello che, come abbiamo visto nelle caratteristiche elencate sopra, risulta più delicato sul grappolo e richiede una minore manutenzione rispetto a quelle a rulli aspiranti.

Conclusioni

La defogliazione è un’operazione di primaria importanza per lo sviluppo e la maturazione dei grappoli d’uva: va infatti a eliminare foglie e altri residui per aumentare l’esposizione al sole degli acini, che possono così accumulare più zuccheri e polifenoli, migliora l’aerazione diminuendo la possibilità che si sviluppino muffe e batteri, e rende i grappoli facilmente raggiungibili da eventuali farmaci o trattamenti.

Negli ultimi anni si è assistito a una progressiva meccanizzazione della sfogliatura con conseguente sviluppo di diverse macchine agricole adatte allo scopo: conoscerle è il primo passo per scegliere la defogliatrice più adatta alla propria realtà. La grande novità in casa BFM è il nuovo modello progettato di defogliatrice per vigneto. La macchina è stata sviluppata per funzionare a impulsi e soddisfare le esigenze più importanti del settore vitivinicolo. 

Contattaci per ulteriori informazioni: il team BFM risponderà a ogni tua domanda e saprà consigliarti nell’acquisto della macchina agricola più adatta alla tua realtà.

Trinciasarmenti: cos’è e quando usarla per trinciare l’erba?

Estirpatore per vigneto: per quale fase di lavorazione si usa?

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Trinciasarmenti

Conosciuta anche come trinciatrice, trincia o trinciatutto, la trinciasarmenti è una macchina agricola utilizzata per tagliare l’erba e trinciare arbusti e piante particolarmente ostinate. Come funziona e cosa considerare per una scelta del modello più adatto alle proprie necessità?

Scoprilo in questo approfondiremo, insieme a quando è opportuno usare la trinciasarmenti e con un focus sui due modelli progettati da BFM.

Come funziona e perché è utile la trinciasarmenti

Il funzionamento della trinciasarmenti si basa su una serie di coltelli che sminuzzano qualsiasi cosa, incluse piccole pietre, rami e radici, con lo scopo di lasciare il terreno più libero possibile.

La trinciasarmenti viene utilizzata in tutte le situazioni in cui l’azione del tagliaerba risulta inutile e quella del decespugliatore troppo faticosa e difficile. Più raramente viene impiegata anche per triturare le colture da sovescio che saranno poi interrate con una successiva fresatura.

Quando usare la trinciasarmenti: differenze rispetto al tagliaerba

Il lavoro della trinciasarmenti può essere paragonato a quello del tagliaerba.

Le differenze principali riguardano l’ampiezza e la tipologia del suolo da trattare:

  • il tagliaerba è ideale per prati, parchi e giardini;
  • la trinciasarmenti viene utilizzata in aree decisamente più grandi e impegnative, come boschi, frutteti, vigneti e campi dove la vegetazione è cresciuta indisturbata. Questa potente macchina riesce infatti a tagliare e sminuzzare rovi, arbusti, sterpaglie, rami caduti e canne senza nessuna difficoltà.

Rispetto al tagliaerba, però, la trinciasarmenti esegue un lavoro meno preciso: può tranquillamente essere usata anche solo per tagliare l’erba, ma non è la macchina adatta per lavorazioni che richiedono estrema cura e attenzione come il giardinaggio monumentale, perché la qualità di taglio, sebbene più potente, è decisamente inferiore a livello di precisione.

Le trinciasarmenti BFM: qualità e affidabilità

Visto il lavoro che una trinciasarmenti è chiamata a svolgere, è essenziale puntare sulla qualità: una macchina poco performante sarebbe inutile, se non addirittura pericolosa, dal momento che l’apparato di taglio viene molto sollecitato dalle situazioni che si troverà ad affrontare, inclusi eventuali cedimenti del terreno.

Un’ottima garanzia di qualità può offrirla il produttore. BFM, azienda italiana che si occupa di progettare e produrre macchine agricole, ha a catalogo due diversi modelli di trinciasarmenti idrauliche che garantiscono affidabilità e prestazioni eccellenti nel tempo. Sono adatte per mantenere in ordine vigneti e frutteti – in particolare per lo sminuzzamento dei sarmenti di vite e delle potature dei frutteti anche di grosso spessore – per la manutenzione di piccole aree boschive e per la rasatura dell’erba.

La trinciasarmenti BTP è un modello rinforzato per trattori da 50-90 Hp, disponibile con 8 telai, di peso compreso tra 240 e 560 kg, per una larghezza lavoro da 1,05 a 2,60 m.

La trinciasarmenti BTM è invece un modello medio, per trattori da 26-60 Hp, disponibile con 7 telai di peso compreso tra 150 e 415 kg che garantiscono una larghezza lavoro da 0,90 a 1,80 m.

Entrambi i modelli dispongono delle stesse dotazioni e accessori.

Dotazioni:

  • attacco universale a tre punti;
  • scatola ingranaggi con ruota libera interna a bagno d’olio 540 giri/min;
  • doppi attacchi per spostamento laterale di 15-20 cm;
  • protezione antinfortunistica CE;
  • rullo posteriore.

Accessori:

  • cardano protetto a6;
  • coppia slitte;
  • kit rastrelli posteriori;
  • kit ruote anteriori;
  • attacco a tre punti frontale al trattore;
  • carter abbattimento polvere acciaio;
  • attacco a tre punti reversibile.

Conclusioni

La trinciasarmenti è un attrezzo indispensabile per lavori agricoli perché garantisce una pulizia a fondo del terreno, sminuzzando anche rovi, sterpaglie, rami caduti, radici e piccole pietre. Nella scelta di una trinciasarmenti è bene affidarsi a una realtà conosciuta e consolidata, che sappia offrire le giuste garanzie in termini di sicurezza, affidabilità e resistenza.

Ti serve aiuto nella scelta migliore alle tue esigenze? BFM ti permetterà di ricevere la giusta assistenza nell’acquisto e nel post vendita, inclusa la manutenzione ordinaria o la sostituzione di eventuali pezzi in caso di malfunzionamento. Contattaci per una consulenza personalizzata e senza impegno.

Estirpatore per vigneto: per quale fase di lavorazione si usa?

Estirpatore per vigneto: per quale fase di lavorazione si usa?

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Estirpatore per vigneto

Prima di piantare un vigneto il terreno deve essere preparato con una serie di lavorazioni, da effettuare secondo un preciso ordine ed eventualmente da ripetere ogni anno per mantenere in salute il suolo e le piante. L’estirpatura è una di queste pratiche e, come anticipa il nome stesso, l’estirpatore è la macchina da usare per questa particolare lavorazione del terreno.

In questo articolo vedremo in cosa consiste l’estirpatura, quando e come viene effettuata utilizzando un estirpatore per vigneto.

Cos’è l’estirpatore e come funziona?

L’estirpatore per vigneto è un attrezzo agricolo che permette di separare e fare a pezzi le zolle di terra e le radici. È dotato di bracci più o meno ricurvi – rigidi, elastici o vibranti, in genere muniti di stivaletto o vangheggia all’estremità inferiore – tenuti assieme da un telaio che viene trainato da un trattore.

Quando il trattore avanza, i bracci infissi nel terreno separano le zolle, rastrellano e rompono le radici e le erbacce portandole in superficie.

L’estirpatura: cos’è, quando e come effettuarla

L’estirpatura è una particolare lavorazione del terreno che si inserisce tra l’aratura e l’erpicatura, le pratiche agricole solitamente effettuate prima della semina. Ha due funzioni fondamentali: ridurre le zolle che si trovano sotto la superficie del terreno e rompere e portare in superficie radici ed erbacce affinché si secchino e muoiano.


L’estirpatura è una pratica agricola poco invasiva: la profondità di lavorazione si aggira intorno ai 15-25 cm, misure adatte a mantenere un’efficiente e corretta struttura del suolo. La scarsa profondità non la rende sufficiente alla preparazione del letto di semina, che richiede quindi una successiva erpicatura per ridurre meglio la zollosità e rendere il suolo più soffice.

Quando viene effettuata l’estirpatura

L’estirpatura può essere effettuata a fine inverno oppure su un terreno arato durante l’estate o l’autunno precedenti, per rendere il suolo più soffice dopo le rigide condizioni invernali e/o per eliminare la vegetazione indesiderata che è cresciuta indisturbata durante la stagione fredda.

In circostanze particolari, per esempio quando le condizioni climatiche hanno ritardato il momento dei lavori autunnali, l’estirpatura prende il posto dell’aratura in quanto è preferibile ricorrere a lavorazioni meno invasive per preparare il letto di semina in modo più veloce.

Come effettuare l’estirpatura

L’estirpatura si esegue con un attrezzo discissore, detto estirpatore, che effettua dei tagli verticali sul terreno già lavorato in precedenza per ridurre le zolle e portare in superficie radici e piante infestanti. I risultati migliori si ottengono avanzando a velocità elevate ed effettuando diversi passaggi.

 

In genere un terreno estirpato si riconosce dalla superficie abbastanza regolare, leggermente ondulata e con scarsa zollosità in superficie.
L’estirpatura può anche essere eseguita in alternativa alla sarchiatura, usando piccoli estirpatori che operano direttamente nell’interfila.

L’estirpatore BFM vigna EV-10

Grazie al telaio regolabile, l’estirpatore Vigna EV-10 realizzato da BFM è unico nel suo genere perché permette di effettuare un lavoro nel centro del filare scegliendo tra 4 modelli diversi, messi a disposizione in base alle specifiche esigenze: da 80 a 130 cm, da 100 a 150 cm, da 120 a 200 cm e da 180/250 cm.

Dotato di un innovativo sistema di ribaltamento a bandiera, consente un’ottima manovrabilità lasciando la macchina sempre stabile e vicina al trattore.

I bracci regolabili dispongono di un sistema di aggancio che permette un’ampia registrazione per la regolazione del lavoro, e di ammortizzatori che permettono un maggior controllo per il carico dello sforzo su diversi tipi di terreni, inclusi quelli più duri che si possono incontrare nei torridi periodi estivi.

Conclusioni

L’estirpatore per vigneto è un attrezzo indispensabile per preparare il terreno prima di mettere a dimora le viti. Viene usato per effettuare l’estirpatura, una pratica agricola poco invasiva che si effettua tra l’aratura e l’erpicatura per rompere le zolle di terra e portare in superficie le radici e le erbacce che si trovano a circa 15-25 cm di profondità.

BFM ti propone il suo innovativo estirpatore Vigna EV-10: una macchina agricola di ultima generazione dotata di telaio regolabile, sistema di ribaltamento a bandiera e ammortizzatori per garantire una massima resa anche nei terreni più duri.

Contatta il team BFM per maggiori informazioni: i nostri esperti sono pronti a fornirti una consulenza personalizzata sulla base delle tue specifiche esigenze.

Tagliaerba per frutteto: ti consigliamo le migliori attrezzature

Tagliaerba per frutteto: ti consigliamo le migliori attrezzature

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tagliaerba per frutteto

Un frutteto richiede diverse lavorazioni durante il corso dell’anno per produrre frutta sana e di alta qualità. Tagliare l’erba è una delle più importanti, pertanto investire fin da subito nell’acquisto di un buon tagliaerba per frutteto è essenziale per svolgere questa operazione in modo facile e frequente, permettendo alle piante di crescere al meglio e prosperare.

In questo articolo vedremo le caratteristiche da valutare per un acquisto oculato e quali sono i migliori tagliaerba per frutteto firmati BFM.

Perché è così importante tagliare l’erba?

I vantaggi del taglio dell’erba sono molteplici. Favorisce lo sviluppo di un manto erboso controllato, ovvero di una copertura fertile e ricca di sostanze nutritive. Queste vengono assorbite dalle radici per rafforzarsi contro i parassiti e per diventare più forti e stabili contro le erosioni del suolo.

La scelta delle migliori attrezzature diventa quindi di primaria importanza per la salute stessa del frutteto, che potrebbe essere messo in pericolo da macchinari non adatti alla tipologia di terreno e alle piante che vi dimorano. Esistono infatti strumenti studiati appositamente per la lavorazione del terreno per il frutteto.

Cosa valutare nell’acquisto di un tagliaerba per frutteto

Scegliere l’attrezzatura migliore tra le numerose proposte in commercio non è facile. Per un acquisto coscienzioso, sono tre le caratteristiche da tenere maggiormente in considerazione:

  • l’ampiezza o la larghezza di taglio – deve essere adatta alle dimensioni del frutteto per garantire un corretto taglio dell’erba in minor numero di passaggi possibili.
  • la gestione dei residui – in commercio esistono tagliaerba una volta tranciata l’erba, la sminuzzano in piccolissime parti e la rilasciano sul terreno come fertilizzante naturale.
  • la conformazione del frutteto e la disposizione delle piante – può essere utile optare per un tagliaerba in grado di seguire autonomamente l’andamento della piantumazione delle piante, senza necessità dell’intervento di un operatore.

I tagliaerba per frutteto firmati BFM

Rasaerba posteriore con testata interfilare RF-130-40

Dispone di un innovativo sistema di taglio che permette di coprire la pulizia della fila e dell’interfilare in un unico passaggio, con conseguente risparmio di tempo ed energie. La sua caratteristica principale è il diserbo meccanico ed è ideale per tagliare l’erba nei frutteti, garantendo un’ottima stabilità anche nei terreni in pendenza grazie alle ruote anteriori e posteriori fissate alla struttura centrale.

È completo di trasmissione cardanica e dotato di traslazione laterale per ridurre i problemi di allineamento tra i filari, con cilindro idraulico per l’inclinazione della testata. Intercetta tutte le piante grazie al tastatore elettroidraulico automatico.

È disponibile in un unico modello, con larghezza lavoro 130 cm + 70 cm di interfila e copertura completa per lavoro in filari fino a 3 mt con due passaggi.

Rasaerba posteriore RS-PV

Grazie alla larghezza di taglio variabile garantisce un taglio perfetto in un solo passaggio: l’apertura idraulicamente regolabile delle lame di taglio consente una copertura tra i 1.500 e i 2.000 mm di larghezza.

È studiato per garantire un’ottima stabilità sul terreno grazie alle ruote anteriori e posteriori fissate alla struttura centrale e regolabili in altezza per permettere un di taglio da 3-4 fino a 10-11 cm.

La trasmissione meccanica, composta da tre scatole a ingranaggi che trasmettono il moto alle lame di taglio, garantisce un taglio perfetto grazie alla sovrapposizione delle lame anche in massima apertura. È dotato di:

  • traslazione di 180 mm da entrambi i lati della struttura centrale rispetto all’asse trattore per ridurre i problemi di allineamento del trattore ai filari,
  • senso di rotazione reversibile per lo scarico dell’erba al centro o al lato del filare.

È disponibile in 2 versioni, con taglio variabile tra i 1.500 e i 2.000 mm e tra i 1.700 e i 2.300 mm.

Conclusioni

Tagliare l’erba è un’operazione fondamentale per la salute del frutteto, sia in termini di ordine e pulizia, sia per creare e mantenere un manto erboso ricco di sostanze organiche che rafforzano piante e radici contro malattie ed erosioni del terreno. Per questo è importante dotarsi di attrezzature professionali: il tagliaerba per frutteto più adatto è in grado di offrire risultati eccellenti garantendo un risparmio di tempo ed energie.

Contatta BFM per una consulenza personalizzata: il nostro staff saprà consigliarti il miglior tagliaerba per frutteto sulla base delle tue esigenze e necessità.

Aratura da scasso per vigneto: scopri lavorazioni e benefici

Aratura da scasso per vigneto: scopri lavorazioni e benefici

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Aratura da scasso per vigneto

Tra le fasi di lavorazione propedeutiche alla creazione di un nuovo vigneto, l’aratura da scasso è una delle operazioni più importanti. I metodi per attuare questa lavorazione sono molteplici e dipendono da diversi fattori, tra cui la tipologia di terreno e l’esito che si desidera ottenere per ospitare i vigneti.

In questo articolo approfondiremo le varie tipologie di lavorazione e i benefici dell’aratura da scasso per vigneto.

Cos’è l’aratura da scasso e a cosa serve?

L’aratura da scasso, chiamata anche semplicemente scasso, consiste nel rompere il terreno in profondità – in genere fino a 80-120 cm; eccezionalmente a 150 cm – attraverso appositi strumenti per preparare il suolo ad accogliere le piante. Senza lo scasso le radici delle viti tenderebbero a svilupparsi verso la superficie, rendendo le piante più soggette a sradicamento e siccità.

L’aratura da scasso per vigneto viene solitamente effettuata dopo le lavorazioni preliminari del terreno – decespugliamento, spianamento della superficie, spietramento – durante il periodo estivo, quando i rischi di danneggiare il terreno, a causa del passaggio di mezzi particolarmente pesanti, sono minimi.

I benefici dell’aratura da scasso per vigneto

Oltre a rendere il terreno più morbido per favorire la crescita e la diffusione delle radici, l’aratura a scasso per vigneto, se eseguita a dovere, comporta molti altri benefici:

  • Rimuove piante infestanti, radici di vecchie piante, pietre e sassi presenti nel terreno.
  • Permette di concimare il suolo in profondità.
  • Riduce i tempi di sviluppo delle viti in quanto il terreno lavorato in profondità migliora anche in termini di ossigenazione e idratazione.
  • Permette di individuare ed eliminare eventuali zone di ristagno dell’acqua che potrebbero causare un eccesso di umidità non gradita dalle viti.

I metodi di lavorazione del terreno per il vigneto

Esistono diverse tipologie di lavorazioni del terreno per lo scasso del vigneto. Approfondiamo di seguito le tecniche principali e i loro fini.

Scasso a buche

Scasso a buche: consiste nel praticare delle buche larghe e profonde solo nei punti in cui saranno messe a dimora le viti. Viene eseguito meccanicamente con delle trivelle nei vigneti a sesto ampio, dove la distanza tra una pianta e l’altra non rende necessaria la lavorazione dell’intero terreno. Attualmente, in seguito alla riduzione dei sesti d’impianto, si usa solo per sostituire singole piante.

Scasso a trincea

Scasso a trincea: consiste nel praticare una fossa profonda lungo le direttrici dei filari del vigneto. È detto anche scasso a fosse perché prevede la creazione di un fosso – largo e profondo circa 1 m – usando un aratro assolcatore o un escavatore a cucchiaio.

Scasso reale o totale

Scasso reale o totale: consiste nel lavorare l’intera superficie con un’aratura o una ripuntatura (chiamata anche rippatura) profonda.

Lo scasso praticato con l’aratro è la pratica più tradizionale. Viene eseguito usando aratri in grado di raggiungere una notevole profondità trainati da trattori di elevata potenza, come i cingolati che, grazie ai cingoli e all’alto rapporto massa/potenza, garantiscono una migliore aderenza al terreno. Lo scasso eseguito con l’aratro garantisce una totale inversione del profilo del terreno ed è ideale per rimuovere completamente le piante infestanti e concimare il terreno.

La profondità dell’aratura dipende dal tipo di terreno: se ha un marcato grado di zollosità, in genere si preferisce procedere con un’aratura di media profondità e una o due erpicature; se il terreno è limoso o argilloso la profondità viene aumentata per evitare che si formi una suola di lavorazione troppo superficiale.

Lo scasso eseguito con la rippatura prevede l’utilizzo di scarificatori pesanti, i ripper, portati da un trattore dotato di adeguata potenza o da una macchina per movimento terra. Lo scasso con rippatura prevede una serie di tagli paralleli che si limitano a interrompere la continuità del terreno senza alterarne il profilo: per questo motivo è consigliabile effettuare due passaggi in direzioni perpendicolari. Rispetto all’aratura, la rippatura richiede una forza di trazione inferiore e non permette l’interramento di ammendanti e concimi, motivo per cui richiede una successiva aratura di media profondità.

Lavorazioni per il vigneto

Ti interessano altri approfondimenti sulle lavorazioni e sugli strumenti più adatti al benessere del vigneto?

Consulta questi articoli:

Conclusioni

L’aratura da scasso per vigneto è una delle operazioni preliminari più importanti nella creazione di un nuovo vigneto. Smuovere il suolo in profondità, usando il metodo più adatto al tipo di terreno, consentirà alle viti di crescere in un terreno libero da sassi ed erbe infestanti, appositamente concimato e idratato, soffice e morbido per consentire alle radici di svilupparsi in profondità senza trovare zolle dure o pericolosi ristagni d’acqua.

Lo scasso va eseguito con appositi macchinari dotati della potenza e dell’aderenza al terreno necessarie ad arrivare fino in profondità.

BFM progetta e produce macchine agricole in grado di rispondere a qualsiasi esigenza di lavorazione. Contattaci: troveremo le soluzioni più adatte alla tua attività in base alle tue esigenze.

Schermatura del vigneto: approfondisci questa fase di lavorazione

Schermatura del vigneto: approfondisci questa fase di lavorazione

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schermatura del vigneto

La vite richiede cure e attenzioni costanti per dar vita a un’uva sana ed equilibrata, che esprima il meglio di sé nel gusto e nel profumo, prima in cantina e poi in un ottimo calice di vino. Anno dopo anno nel calendario viticolo si ripetono le stesse fasi di lavorazione, tra antiche tradizioni e metodi moderni. Il periodo più intenso del ciclo di lavorazione della vigna va da marzo a ottobre, mentre i mesi da novembre a febbraio sono più lenti per favorire il riposo delle piante in vista della produzione successiva.

La schermatura del vigneto si effettua generalmente nei mesi di maggio e giugno. Le tempistiche possono variare in base alla latitudine e alla tipologia di vitigno: in questo articolo approfondiremo la schermatura del vigneto e le sue fasi più importanti tenendo conto delle lavorazioni solitamente effettuate nella nostra penisola.

In cosa consiste la schermatura del vigneto

La schermatura del vigneto include una serie di lavorazioni che coinvolgono sia il terreno, per evitare la prolificazione di piante erbacee, sia la vigna, che viene protetta da malattie e parassiti e potata. Le operazioni più importanti della schermatura − spollonatura, scacchiatura, sfemminellatura e sfogliatura − rientrano nella cosiddetta “potatura verde”.

In base alle dimensioni del vigneto e alle forme di allevamento delle viti, le operazioni di potatura possono essere fatte in modo meccanico o manuale; in entrambi i casi, gli interfilari vanno poi puliti: la macchina ideale per sminuzzare i tralci tagliati è il trinciasarmenti professionale, ideale per i lavori nel vigneto e per eliminare la vegetazione nelle situazioni più difficili.

Vediamo nel dettaglio alcune delle fasi più importanti della schermatura del vigneto.

La spollonatura

Include l’asportazione dei polloni, i germogli che fuoriescono dal colletto, e dei succhioni, i germogli che si sviluppano lungo il fusto. I polloni possono essere tolti chimicamente, meccanicamente, oppure attraverso delle specifiche attrezzature. Se non sono molto numerosi, la spollonatura può anche essere effettuata manualmente. Per quanto riguarda i succhioni, è importante asportare tutti quelli che si sviluppano lungo il fusto prestando però attenzione a lasciarne 1 o 2 posti 15-20 cm sotto il primo filo.

La scacchiatura

Prevede l’asportazione dei doppi germogli, chiamati anche gemme di controcchio, e dei germogli sterili che non portano frutto; questi ultimi andrebbero eliminati solo se creano un affastellamento nella vegetazione dal momento che sintetizzano i carboidrati che poi vengono traslocati verso i germogli provvisti di grappoli. L’eliminazione dei germogli è più facile quando sono teneri, successivamente, per non provocare ferite ai germogli che rimangono o al tralcio stesso, è bene utilizzare apposite forbici e lasciare un piccolo moncone.
L’obiettivo finale della scacchiatura è quello di ricondurre il numero di gemme entro i limiti prefissati per quella determinata tipologia di vigneto.

La sfemminellatura

Riguarda l’eventuale asportazione di femminelle − tralci e grappoli che si sono sviluppati in questa annata ma originati da una gemma dormiente presente nel vigneto già l’anno scorso − mal posizionate che creano affastellamento di vegetazione. Se le femminelle sono poco vigorose la sfemminellatura si effettua a mano; se sono vigorose ci si aiuta con le forbici lasciando un piccolo moncone e prestando attenzione a non danneggiare la gemma ibernante.

La sfogliatura

È propedeutica alla sanità e alla qualità del grappolo: liberato dalle foglie in eccesso il grappolo è più arieggiato, gli antiparassitari lo raggiungono facilmente e gode di una migliore esposizione al sole.

Conclusione

Un vigneto richiede attente lavorazioni tutto l’anno per produrre uva di eccellente qualità. Tra le varie operazioni, la schermatura riveste un’importanza di primo piano in quanto include una serie di lavori di potatura volti a snellire la vite da polloni, succhioni, germogli doppi e femminelle che portano via linfa ai rami che ospitano i grappoli migliori per la produzione, e foglie che impediscono una corretta esposizione al sole del grappolo d’uva.

Svolgere tutte queste operazioni senza l’aiuto validi macchinari e attrezzature professionali è praticamente impossibile. BFM progetta e produce macchine agricole automatizzate e soluzioni accessorie appositamente studiate per la coltivazione dei vigneti, prestando particolare attenzione alle difficoltà che si possono incontrare nei terreni collinari.

Contattaci per trovare la soluzione più adatta alle tue esigenze: il team BFM è pronto a offrirti una consulenza nell’acquisto e una pronta assistenza nel post vendita.